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    SMPTE - Sezione Italiana
            BOLLETTINO 97
              Febbraio 2009



EDITORIALE

Dallo scorso ottobre ha avuto inizio anche per l’Italia, dopo l’attivazione delle reti televisive digitali terrestri (DTT, Digital Terrestrial Television), il lungo programma di spegnimento progressivo dei trasmettitori televisivi delle corrispondenti vecchie reti analogiche. In gergo tecnico inglese lo "switch-off".
Come noto, il programma ha un itinerario su base regionale (Fig. 1): la prima regione ad essere interessata nello scorso ottobre e' stata la Sardegna; ad essa seguira' entro il primo semestre del 2009 la Valle d’Aosta; entro il secondo semestre del 2009 seguiranno il Piemonte Occidentale, il Trentino Alto Adige, il Lazio e la Campania; entro il primo semestre del 2010 il Piemonte orientale e la Lombardia; entro il secondo semestre del 2010 l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria; entro il primo semestre del 2011 le Marche, l’Abruzzo e Molise, la Basilicata e la Puglia; entro il primo semestre del 2012 la Toscana e l’Umbria, ed infine, entro il secondo semestre del 2012, la Sicilia e la Calabria.
Tale programma di spegnimento segue quello dei satelliti analogici avvenuto, senza i clamori sollevati per le reti terrestri, gia' un po’ di anni fa. Con cio' ci si lascia alle spalle un mondo analogico che ci ha accompagnati per piu' di cinquant’anni. Per l’Italia risale infatti al 1954 la prima trasmissione televisiva terrestre da una rete (oggi Rai Uno) di pochi trasmettitori, allora collegati in cavo, nelle aree di Torino, Milano e Roma. Con lo sviluppo dei ponti radio la iniziale rete analogica terrestre si estese gradualmente all’intera penisola. Accanto ad essa andarono poi crescendo le altri reti analogiche: la Rete Due dal 1961 e la Rete Tre dal 1979. Nel contempo andarono lentamente prendendo corpo anche le reti analogiche satellitari e, non in Italia, quelle in cavo. Tutto cio' avveniva lungo gli anni ’70 ed ’80, mantenendo la TV terrestre la sua predominanza, a livelli superiori al 90%, su quella satellitare.
Con l’avvento della televisione digitale, avvenuta in Europa col nuovo secolo (anticipata al 1999 nel Nordamerica), le prime ad abbandonare gli standard analogici sono state le reti satellitari, oggi tutte digitali, e, solo in questi ultimi anni, quelle terrestri. Oggi il digitale terrestre europeo si presenta a pelle di leopardo, con le aree digitali che vanno via via allargandosi, contestualmente accompagnate dallo spegnimento dei relativi impianti trasmittenti analogici: una delle prime aree europee a spegnerli e' stata quella di Berlino nel 2003. I programmi digitali trasmessi hanno adottato lo standard [576 i 25], equivalente digitale del vecchio standard analogico PAL [625 i 50]. Mentre infatti nell’analogico si citava il numero delle righe totali, 625, nel digitale, secondo le norme sancite recentemente dalla EBU, si fa riferimento alle corrispondenti righe attive, 576 (quelle cioe' che descrivono l’immagine, tralasciando quelle cancellate), ed al numero dei quadri trasmessi al secondo. Lo standard digitale [576 i 25] e' anche conosciuto con l’acronimo SDTV (Standard Definition TeleVision) in contrapposizione agli standard HDTV (High Definition TeleVision) relativi all’alta definizione televisiva.
Proprio quest’ultima forma di televisione, la HDTV, va marcando e condizionando con grande evidenza il passaggio dall’analogico al digitale. Come gia' rilevato in precedenti editoriali, il mercato degli apparati di ripresa (camere e registratori) e di riproduzione (schermi), sia a livello professional che consumer, sta chiaramente indirizzandosi verso l’alta definizione. Va infatti rilevato che tenere in azione doppie linee di produzione per tali apparati, cioe' in SDTV e in HDTV, si sta dimostrando per l’industria del settore troppo oneroso: poiche' il costo degli apparati HD va gradualmente approssimandosi a quelli degli apparati SD, la costruzione di questi ultimi risulta infatti sempre meno economicamente vantaggiosa.
Come conseguenza di tali opportunita' costruttive, il produttore di programmi video e' sempre piu' invogliato ad acquisire apparati di produzione HD ed il consumatore trova ormai conveniente, a costi ravvicinati, indirizzarsi a schermi e players HD. A tali considerazioni va anche aggiunta quella della opportunita' per i produttori di disporre, almeno per spettacoli di alto livello come fiction e documentari importanti, di master in alta definizione che assicurano al prodotto una piu' certa e duratura commerciabilita'. Da tutto cio' consegue una naturale tendenza, per il produttore, a ridurre la produzione di programmi SD a vantaggio di quelli HD e, per il consumatore, ad acquisire schermi in grado di riprodurre anche programmi con standard [720 p 50] (caratterizzati dal marchio HDTV Ready) o perfino [1080 p 50] (marchio HDTV 1080p) destinato ad imporsi negli anni a venire come il piu' elevato formato HD.
Per quanto si e' detto, il passaggio della televisione dall’analogico al digitale sta mettendo in luce un passo ancora piu' lungo: dal PAL analogico direttamente alla HDTV digitale, destinata ormai a divenire, come piu' volte ricordato, la "futura televisione", specie ora che la NHK, il broadcaster pubblico giapponese, con l’appoggio di RAI e BBC, sta lanciando con la Ultra HDTV a 4320 righe (vedi l’editoriale dello scorso dicembre) un livello piu' elevato di HD che ipotizza un futuro ancora piu' remoto, quello della "HD vera e propria".
Questi sviluppi mettono in grande evidenza un problema fondamentale: come l’utente televisivo, condizionato da tali cambiamenti tecnologici ad adeguarsi ai nuovi standard digitali, sara' in grado di districarsi nella giungla di offerte che l’industria del settore va proponendogli? Offerte, sia chiaro, atte a rendergli possibile la fruizione dei nuovi audiovisivi digitali, ricevuti dalle reti terrestri, satellitari o in cavo oppure da players locali (DVD, BluRay, HDD) sia con i vecchi televisori analogici - i cosiddetti "decoder" ovvero STB, Set-Top-Box (in inglese letteralmente: scatola sul televisore) – sia con i nuovi ricevitori digitali.
Il pubblico, abituato da piu' di mezzo secolo al vecchio televisore analogico, una scatola con schermo divenuta un mezzo semplice ed efficace per ricevere immagini e suoni forniti dalle reti televisive o da un VHS locale, si trova oggi, grazie alle tecnologie digitali, a confrontarsi con un ampio schieramento di mezzi che vanno dal computer agli schermi piatti ai lettori di dischi ottici o di schede di memoria ed ai ricevitori con decoder incorporati. Tutti mezzi capaci di offrirgli immagini anche in alta definizione, suoni stereofonici anche multicanale e, grazie ai "metadata", anche informazioni approfondite sui programmi ricevuti. Ma anche, bisogna dirlo, mezzi estremamente complessi dei quali, il piu' delle volte, l’utente non comprende l’architettura globale e quindi il modo piu' opportuno per impiegarli. E’ l’ormai ben noto "technological gap" che oggi condiziona non solo l’utenza piu' anziana, ma anche quella giovane che il piu' delle volte ha solo l’illusione di possedere il controllo delle nuove tecnologie. Il pubblico va dunque educato all’uso dei nuovi media e questo puo' essere fatto solo con campagne di informazione ed anche di formazione di cui oggi si vede solo qualche lodevole ma isolato esempio, come quello del HD Forum Italia di cui si e' parlato nello scorso editoriale. E’ un tema questo che la SMPTE sente molto e sul quale bisognera' tornare.




ATTIVITA’ DELLA SEZIONE ITALIANA DELLA SMPTE

SEMINARIO SUL CINEMA DIGITALE

La Sezione Italiana della SMPTE in collaborazione con la Technicolor S.p.A. organizzano per il giorno 7 marzo 2009 presso la sede centrale della Tecnicolor in Roma, via Tiburtina 1138 il seminario "I Processi del Cinema Digitale".

FINALITA' DEL SEMINARIO

I maggiori player del settore dell’intrattenimento a livello mondiale mostrano sempre piu’ attenzione all’emergente mondo del "digitale". Le major americane ed i piu’ importanti produttori/distributori indipendenti hanno ormai accettato l’impiego delle tecnologie digitali per alcuni loro progetti sia nei processi di post produzione (vedi il processo Digital Intermediate) che per la restituzione vuoi nelle sale cinematografiche, vuoi nell’home entertainment.
E’ questo un segnale di estrema importanza per tutto il mondo della produzione e della distribuzione.
Si impone pertanto, oltre ad una radicale modifica degli impianti, anche l’acquisizione da parte degli operatori del settore di un complesso di conoscenze basate su tecnologie molto diverse da quelle che per tanti anni hanno guidato il mondo del cinema.
La sezione italiana della SMPTE si sta adoperando gia' da alcuni anni, col suo Forum DC, organizzato nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, a diffondere fra gli operatori del settore la conoscenza delle nuove tecnologie digitali del cinema. Questo seminario, organizzato con la fattiva collaborazione della Technicolor, intende, pertanto, approfondire tali conoscenze a partire dalle lavorazioni di post-produzione (digital intermediate), fino alla creazione di copie 35mm per le sale cinematografiche e di copie digitali per le fruizioni broadcast e home video.
I vari argomenti verranno trattati per gli aspetti tutoriale da esperti della SMPTE e per quelli operativi da specialisti della Technicolor.

AGENDA DEL SEMINARIO
- 10,00 Registrazione e caffè di benvenuto
- 10,30 I parametri del Cinema Digitale per l’immagine ed il colore
- 11,00 Il workflow nelle lavorazioni del Cinema Digitale
- 11,30 Le lavorazioni dei "giornalieri", esame dei nuovi processi digitali a fronte di quelli tradizionali
- 12,00 Il processo del Digital Intermediate, il color space per i diversi impieghi del contenuto cinematografico digitale
- 12,30 Gli impieghi del prodotto Cinematografico: proiezione in sala, home video, broadcasting, i package media (Blu Ray, ecc.)
- 13,00 brunch
- 14,00 Il versioning delle release internazionali
- 14,30 Il workflow Technicolor dal master in poi
- 15,00 La creazione del Digital Cinema Package (DCP)
- 16,00 proiezione di demo tecniche
- 16,30 fine del seminario

COME RAGGIUNGERE IL SEMINARIO
La sede romana della Technicolor si trova sulla via Tiburtina in prossimità del raccordo anulare.


ATTIVITA’ INTERNAZIONALI DELLA SMPTE

SMPTE JOURNAL

Segnaliamo due interessanti articoli apparsi sul numero di novembre-dicembre del SMPTE Motion Imaging Journal. I soci SMPTE possono accedervi entrando nel sito www.smpte.org ed inserendo il loro username e password.
"Advanced Standardisation Solution for Digital Media Delivery" di Michael Luby, Thomas Stockhammer e Mark Watson, rispettivamente Chief Technology Officer, Senior Research Consultant e Director of Research alla Digital Founting Inc.
L’articolo discute alcune soluzioni standard avanzate per la digital media delivery, concentrate specificamente su applicazioni streaming e sui risultati ottenuti nella fornitura di streaming video di elevata qualita'.
Con l’introduzione delle tecnologie video digitali gli operatori nel settore delle telecomunicazioni si devono confrontare con l’opportunita' di fornire servizi video a pieno schermo su reti IP, i cosiddetti servizi di IPTV. Uno dei maggiori problemi nella fornitura di servizi di IPTV di elevata qualita' e' rappresentato dagli evidenti artifacts prodotti nel video dalla perdita di pacchetti. Quando le esigenze di qualita' del servizio (QoS) della IPTV non possono essere assicurate dalla rete IP, si puo' fare riferimento ad appropriati protocolli di fornitura del layer IP e piu' in particolare a Content Delivery Protocols (CDP) differenti a seconda delle diverse QoS richieste. Sono al riguardo molto indicate soluzioni CDP che incorporano un application layer con forward error correction (AL-FEC, Fig.2)

The Fundamental Elements of Media Workflows" di Al Kovalick, oggi strategist e fellow alla Avid Technology, in passato progettista e strategist per le tecnologie digitali presso la Hewlett-Packard.
Fino dall’avvento delle tecnologie file-based, strategie di sviluppo innovative e potenti sono state impiegate per il workflow di servizi broadcast, news, posta e del Digital Intermediate (DI). Questo articolo copre quattro aspetti tipici di tali workflows: considerazioni sui sistemi progettuali, orchestrazione dei processi, aspetti operativi (cosa, come, quando, dove, chi) e fattori di agilita' dei sistemi. Sono stati in passato sviluppati vari modelli di flusso (flow models), divenuti poi a loro volta componenti di sistemi piu' elaborati. Vengono a tale riguardo presentati esempi mirati relativi a concetti di alta disponibilita', a workflows che impiegano diagrammi di Unified Modelling Language (UML), ai vantaggi nel file transfer, all’integrazione di Service-Oriented Architectures (SOA) ed ad altri temi. Vengono pure esposte le guidelines piu' opportune per differenti scenari.
Per ogni operazione umana, come cuocere una vivanda, lavare un’auto, piantare un cespuglio di rose o produrre un film, si puo' definire un workflow, inteso basicamente come "un insieme di fasi successive necessarie per portare a compimento un lavoro". Alcuni workflows possono essere facilmente eseguiti, richiedendosi per cio' pochi strumenti, mentre altri esigono una gran copia di infrastrutture e di capitale umano. L’articolo mette a fuoco i workflows dei sistemi dei media (Fig. 3), dal semplice lavoro di montaggio del video di una cerimonia nuziale alle complesse lavorazioni necessarie per produrre un film.

EMMY AWARD ALLA SMPTE

In occasione del Consumer Electronics Show tenutosi a Las Vegas lo scorso 7 gennaio, la National Academy for Television Arts and Sciences ha ancora una volta attribuito alla SMPTE un suo Emmy Award.
Questa volta l’ambito riconoscimento e' stato conferito per l’eccezionale contributo dato dalla nostra associazione allo sviluppo ed alla standardizzazione dei formati file per l’audio ed il video e specificamente per lo sviluppo dei formati file MXF.


SMPTE PROFESSIONAL DEVELOPMENT ACADEMY (PDA) Nell’ambito della missione formativa che la SMPTE prevede nel suo statuto, essa ha lanciato piu' di due anni fa la PDAProfessional Development Academy col compito di offrire ai suoi membri servizi ed opportunita' atte a fornire gli opportuni aggiornamenti sulle principali tecnologie sulle quali si basa la loro attivita' professionale. Tali servizi si esplicano su base mensile attraverso attivita' formative ed informative, quali corsi e seminari, tenute in tempo reale via internet mediante webcast interattivi (SMPTE PDA Now), tutoriali ed articoli tecnici basati su testi html (SMPTE PDA Docs) ed anche podcast, interessando cosi' quei membri impossibilitati a seguire la corrente programmazione di conferenze della SMPTE. Le sessioni PDA, ciascuna dedicata ad uno specifico argomento, sono a disposizione dei membri SMPTE, mentre i non-membri possono accedervi a pagamento. Qualora si desideri accedere al contenuto di eventi PDA gia' effettuati in passato e' possibile ottenerlo, in file video, MP3 o PDF, entrando nel sito internet www.smpte.org/education/education_pdaanywhere/.

Il calendario 2009 prevede, sempre alle ore 19,00-20,00 (CET), i seguenti appuntamenti:
- 8 Gennaio - tema: "AVC Compression - Choosing the right tools from a large toolbox",
relatore: Michael Bergeron (Panasonic).
- 12 Marzo – tema: "File-based Workflow"
- 8 Aprile – tema: "Digital Cinema and Stereoscopic 3D"
- 14 Maggio – "X-Gigabit Architectures"
- 11 Giugno – tema da definire
- 9 Luglio – tema: "Digital News Gathering"
- 13 Agosto – tema da definire
- 10 Settembre – tema: "From Camera to Television – Image Acquisition, Transport and Distribution"
- 12 Novembre – tema: "Storage, Archivino and Restoration"
- 12 Dicembre – tema da definire.





SMPTE – Bollettino della Sezione Italia

c/o Franco Visintin

e-mail : franco.visintin@smpte.it

SMPTE website : http://www.smpte.org

SMPTE-Italy website: http://www.smpte.it




Fig. 1 - calendario dello switch-off analogico terrestre
Fig. 2 - Internet streaming architecture
Fig. 3 - elementi essenziali dei media workflows