www.smpte.it
    SMPTE - Sezione Italiana
            BOLLETTINO 87
                Marzo 2008



EDITORIALE

Un argomento ricorrente negli incontri e conferenze dedicate al mondo della comunicazione riguarda gli strumenti e le metodologie che da qualche anno si stanno mettendo a punto per difendere e gestire il "diritto d’autore" nelle produzioni audiovisive digitali, il cosiddetto DRM (Digital Right Management).
La Fondazione Bordoni ha organizzato su tale tema lo scorso 30 gennaio un seminario, tenutosi a Roma al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, al quale ospite e relatore d’onore era Leonardo Chiariglione, a cui il mondo dell’audiovisivo digitale deve molte delle piu' recenti realizzazioni tecniche. Erano anche presenti i rappresentanti di varie istituzioni pubbliche e private, fra cui la SMPTE, interessate all’argomento, che hanno dato vita ad una interessante tavola rotonda.
Pochi giorni dopo, il 19 febbraio, l’ AICT (Associazione per la Tecnologia dell’Informazione e delle Comunicazioni) ha tenuto al Politecnico di Milano una giornata di studio intitolata "Security e Privacy delle reti di Telecomunicazione" alla quale hanno preso parte esperti del settore provenienti da aziende, università, associazioni ed enti pubblici.

Ricordiamo qui, a tale riguardo, il parere espresso dalla SMPTE in piu' articoli apparsi negli ultimi anni sul suo Motion Imaging Journal.
Molte forme di commercio sono oggi basate sul controllo e sulla vendita di "copie di informazione". E’ il commercio dei cosiddetti contenuti : audio, video e testi di un film o di un programma TV trasmessi o registrati su un supporto. Ma i contenuti sono soggetti a diritti, volti a difendere la loro proprieta' intellettuale. Sono i diritti di chi ha ideato tali contenuti, cioe' i "diritti di autore".
In passato, nel corso dei secoli, i titolari dei "diritti d’autore" hanno tratto vantaggio, nella "difesa dei ntenuti", dalle barriere imposte vuoi dagli elevati costi di copia, vuoi dal degrado subito dalle opere nella loro copia e diffusione. Oggi, con l’era digitale, i costi di copia sono divenuti quasi insignificanti ed il degrado delle opere copiate inesistente. Per difendere quindi i diritti d’autore e' stato necessario sviluppare tecnologie che erigessero barriere tecniche atte a contenere la loro copiatura. E’ cosi' nato il Digital Right Management (DRM), una tecnologia volta a gestire i diritti su opere distribuite in forma digitale. Ora, mentre in casi ideali e limitati la "tecnologia della sicurezza" puo' proteggere e fornire una informazione perfetta, in casi reali e complessi le aspettative riposte nelle tecnologie DRM superano la capacita' del sistema, che deve misurarsi anche con le esigenze della privacy e con gli aspetti autocratici tipici di tali controlli. In tale gap fra teoria e pratica risiede l’enigma fra la teoria e la pratica del DRM.
Va ricordato che l’industria dei contenuti (specie il cinema) investe enormi capitali nella creazione e nella distribuzione dei suoi prodotti. D’altro canto le tecnologie digitali, grazie alla loro grande efficienza e versatilita', hanno potuto offrire all’industria del cinema enormi opportunita', ma anche pesanti rischi. Le opportunita' consistono nella rapida e facile duplicazione dei contenuti, cosi'; riducendo costi e tempi di produzione e distribuzione (vedi il successo dei DVD). I rischi risiedono nella facile duplicazione che indubbiamente favorisce la pirateria. L’industria dei contenuti, al fine di ridurre tali rischi, confida da un canto nel DRM, che opera attraverso misure primarie (criptaggio, autenticazione della comunicazione e copy control flags) e contromisure (fingerprinting e watermarking ), ma deve d’altro canto fare i conti con gli aspetti sociali e legali che, proprio per effetto della tecnologia, vanno estendendo l’influenza del copyright. In altre parole i prodotti DRM devono essere in grado di decidere quando e come fornire il contenuto protetto in accordo con la legislazione in atto. Cio' si traduce pero' nella difficolta' di codificare la legislazione entro i sistemi informatici. Un impiego appropriato (fair use) delle leggi di copyright deve preoccuparsi di bilanciare il monopolio del copyright con l’interesse pubblico. Inoltre poiché un sistema DRM e' tenuto a identificare il corretto ricevitore di un contenuto protetto, se il ricevitore si identifica con una persona, la sua privacy e' messa a rischio. Per giunta, dato che il sistema DRM assicura che nessuna copia venga utilizzata al di fuori della volonta' del proprietario del contenuto, cio' determina nello stesso sistema di sicurezza l’insorgere di un "potere autocratico", che paventa visioni orwelliane, ove una piccola elite sarebbe in grado, controllando i flussi informativi, di opprimere una vasta maggioranza della societa', ritardando quindi od anche invertendo il suo progresso.
I sistemi DRM devono quindi, allo stesso tempo, proteggere i diritti di proprieta', assicurare creativita' e progresso, senza creare barriere ingiustificate allo scambio innovativo di idee. Ogni sistema DRM dovra' quindi impiegare sia le sue misure primarie che le sue contromisure, valutando quali sono gli opportuni livelli da adottare per contemperare da un canto i costi del controllo, dall’altro il rischio di pirateria (vedi Fig.1). Una efficace strategia del DRM dovra' dunque basarsi su tecnologie difensive, e dunque non offensive, che riconoscano la costante necessita' di comprendere i mercati, conoscere le forze antagoniste e calcolare i rischi della loro azione. Si dovrebbe inoltre fare in modo che il contenuto possa essere piu' facilmente acquistato che rubato. Le difese del DRM non dovrebbero dunque essere cosi' elevate da proteggere totalmente il mercato mentre gli accessi dei consumatori dovrebbero essere a basso costo, abbondanti e veloci.



SMPTE HEAD QUARTERS NEWS

SMPTE HDTV one-day Seminar in Versilia

Nell’ambito della missione informativa e formativa propria della SMPTE, la Sezione Italiana ha organizzato l’8 febbraio 2008 al Dune Hotel di Lido di Camaiore (Viareggio) un Seminario destinato a fare il punto sulla presente situazione della televisione ad alta definizione (HDTV) in Europa. Ospite e relatore principale della giornata e' stato un veterano della HDTV, John Ive. La sua lunga militanza nella Sony, ove aveva ricoperto negli scorsi anni la posizione di Direttore dello Strategic Planning, gli ha consentito di vivere gli anni piu' appassionanti dello sviluppo della Alta Definizione. Proprio queste sono le esperienze che John ha riversate nella sua ultima fatica, gli HD Masters 2007, che lo scorso giugno hanno riscosso a Londra un meritato successo e che contano di ripetere nell’edizione di quest’anno. Tali temi sono stati il catalizzatore che ha animato la presente giornata viareggina, ove John Ive ha fornito un completo panorama sui vari aspetti che caratterizzano l’attuale sviluppo della HDTV in Europa.
Ma un altro pioniere della HD ha animato la giornata: Leonardo Bartelletti, fondatore e patron della BLT, la ditta italiana che tanto ha dato allo sviluppo delle tecnologie televisive, dal bianco/nero al digitale, e che, in qualita' di Sustaining Member della SMPTE, ha cortesemente ospitato il presente Seminario. Leonardo Bartelletti, dopo aver iniziato nel lontano 1953 le prime sperimentazioni delle tecniche televisive e fondato nel 1959 la BLT con l’intento di progettare e costruire apparati professionali video, e' stato, gia' dal 1977, uno dei pionieri del Digital Video Processing ed ha dato vita dagli anni ‘80 ai primi studi sulla compressione video. Col valido supporto dei figli Alfredo e Michele, dal 1994 ha realizzato i primi apparati professionali di registrazione su disco rigido e, di recente, ha affrontato la transizione alla HDTV per media server senza nastro.
Il Seminario viareggino e' stato aperto da Franco Visintin, chairman della Sezione Italiana della SMPTE ed uno dei pionieri della HDTV dal suo nascere nel 1981, che ha illustrato gli scopi e le strutture operative della SMPTE e quanto questa associazione ha fatto per lo sviluppo delle tecnologie HD, dal primo HDTV Study Group, creato nel 1977 fino all’emissione nel 1996 e 1997 degli standard SMPTE274M (1080i25 e 1080i30) e SMPTE296M (720p50 e 720p60) oggi in uso per le emissioni HDTV (i vari standard sono qui espressi nel nuovo modo di recente raccomandato dalla EBU).
Un folto ed attento pubblico ha seguito poi l’esposizione di John Ive che, dopo una introduzione di carattere storico sulla strada percorsa nello sviluppo dell’Alta Definizione, dalle prime ricerche condotte dal Laboratorio della NHK (l’ente televisivo pubblico giapponese) sotto la guida del suo direttore Dr. Takashi Fujio, fino alla messa a punto del primo standard analogico Hi-Vision a 1125 righe (totali) e 60 semiquadri/sec. e poi agli attuali standard digitali a 1080 e 720 righe attive prima menzionati come standard SMPTE, ha passato in rassegna le attuali prospettive di sviluppo, attraverso il formato a 1080 righe progressivo (1080p50) che si sta dimostrando nella produzione BBC meno problematico di quanto previsto, passando per i formati 2K (2 Mpixel) e 4K (8 Mpixel) del Cinema Digitale (DC) fino all’avveniristica UltraHDTV a 32Mpixel proposta già dal 2005 dalla solita NHK.
Dopo la relazione di Federico Savina, dedicata agli sviluppi dell’audio nei prodotti HD e di cui parleremo nei prossimi bollettini, e' seguita una sessione di domande e risposte condotta con passione da Angelo D’Alessio, Direttore delle Sezioni Internazionali della SMPTE, alla quale il pubblico presente ha partecipato attivamente, dando vita ad un interessantissimo dibattito fra gli esperti presenti (fra cui il Dr. Erasmo Lionetti, già dirigente RAI). Nel corso del Seminario Carlo Solarino ha annunciato l’uscita di stampa della sua ultima fatica "TV Alta Definizione" per i tipi della Vertical.
Nei prossimi numeri di questo bollettino verranno esposti con maggior dettaglio i vari temi trattati nel Seminario, dando particolare risalto, come richiesto da alcuni dei presenti, agli standard che presentemente guidano lo sviluppo delle tecniche di produzione e diffusione della HDTV e del DC.

 

NAB DIGITAL CINEMA SUMMIT, che si terrà da sabato12 aprile a domenica 13 aprile nell’ambito NAB2008, la grande manifestazione nordamericana organizzata, come in tutti gli anni passati, a Las Vegas.
Il summit di quest’anno affronta i temi della transizione alla tecnologia digitale che sta appassionatamente impegnando Hollywood e tutta l’industria del cinema. Ad esso partecipano 650 top content creators, packagers e distributori di cinema digitale. I partecipanti includono una sezione trasversale di gestori di cinema, di distributori, di broadcasters e di altri operatori del settore nei suoi aspetti ingegneristici, creativi e commerciali. Nel summit verranno toccati temi essenziali come la cinematografia digitale, la produzione stereoscopica, la direzione artistica, i processi di digital intermediate e di d-cinema mastering, la distribuzione in 2D e 3D, i problemi di proiezione, le metodologie di anti-pirateria ed i progressi nella standardizzazione del cinema digitale. In particolare, il summit si articola nei seguenti temi:

  • "Digital Cinematography: from HD to 4K". Vengono esaminati i progressi delle camere cine digitali legati alle nuove generazioni di sensori HD a 2/3". Molto atteso è comunque il tema dell’acquisizione a 4K.
  • "Report from the ASC: Look Management and its Relationship to Digital Cameras". La ASC (American Society of Cinematographers) si domanda come un cinematographer possa controllare al meglio la sua visione fotografica con una camera digitale; come regista e cinematographer potranno garantire che le immagini riprese rispondano alla loro visione artistica; quali strumenti sono richiesti dalla post-produzione per conseguire i risultati desiderati.
  • "Stereoscopic Movie Making": L’acquisizione di immagini in 3D ha offerto al cinematographer un insieme di nuovi strumenti, proponendo di conseguenza nuove sfide che vengono qui esaminate e dibattute.
  • "Perspective from the Art Director’s Guild: The Impact of Digital Photography": Viene discusso come l’impiego delle camere digitali si ripercuota su illuminazione, costume e trucco.
  • "News from DCI" La DCI (Digital Cinema Initiatives) è stata creata dai sei maggiori studios di Hollywood (Disney, Fox, Paramount Pictures, Sony Picture Entertainment, Universal Studios e Warner Bros. Studios) col fine di mettere a punto le specifiche del Cinema Digitale. Questa sessione informa sui progressi nell’emissione di tali specifiche e relativi test.
  • "Digital Cinema Standards: An Update on SMPTE DC-28". La sessione informa sui progressi conseguiti dal comitato operante in seno alla SMPTE sul tema del Cinema Digitale (DC28) ed in particolare sull’emissione di standard e sugli sviluppi futuri in tale campo.
  • "The Production Pipeline: Digital Intermediate Takes Over".  Ogni film di un certo rilievo proviene oggi da un digital intermediate. In questa sessione ci si chiede come la produzione in 4K possa condizionare la catena delle operazioni e se si possano impiegare sistemi di compressione per facilitare lo scorrimento dell’intero processo.
  • "New Dimensions – New Challenges:  Real World Experience with 3D". Ai processi di masterizzazione del video digitale si aggiunge ora la produzione stereoscopica. In questa sessione vengono presentate alcune interessanti soluzioni creative recentemente sviluppate per la produzione di film in 3D.
  • "The Exhibition Perspective: Truth and Consequences in the D-Cinema Rollout". Essendo prossimi al traguardo dei 5000 schermi in tutto il mondo, il Cinema Digitale mostra allo stesso tempo la sua forza ed i suoi difetti. I principali gestori di sale presentano in tale sessione le loro prospettive sul quello che si è rivelato il più rilevante cambiamento degli ultimi 80 anni nella proiezione di film.
  • "Thwarting In-theater Piracy". La prevenzione del furto di film di prima visione è la maggior preoccupazione in tutta l’industria cinematografica. D’altro canto la protezione del contenuto comporta un delicato bilanciamento fra sicurezza e praticabilità. La sessione esplora progressi e progetti per la difesa dei film dalla pirateria in sala.
  • "Report from NATO". La NATO (National Association of Theater Owners) non è solo la sigla della nota alleanza atlantica ma anche quella della potente associazione americana dei proprietari di sale cinematografiche. Questa sessione espone il lavoro di ricerca effettuato dalla NATO nel campo dei componenti e delle infrastrutture necessarie all’esercizio e della interoperabilità delle sale di cinema digitale non prese in considerazione dalle specifiche DCI.
  •  "Spotlight on Projection Technology:  Is Laser Light Source Practical?". La forza del cinema risiede nell’illuminazione dello schermo in sala, illuminazione che deve essere capace di coinvolgere lo spettatore nella storia rappresentata. Per più di 50 anni le lampade a xenon ad arco corto hanno reso tale requisito possibile. Ma sono in vista cambiamenti? La sezione racconta i recenti sviluppi delle tecnologie laser e le prospettive di più lunga vita che esse offrono ai sistemi di proiezione, oltre ad una straordinaria efficienza e ad una più ampia gamma cromatica.
  • "Global Initiative:  An International Update on Roll-Out". Il Cinema Digitale è una vera iniziativa globale caratterizzata da rilevanti contributi ed installazioni in Europa, Sudamerica ed Asia. La sezione presenta un briefing delle principali innovazioni introdotte nello sviluppo del D-cinema al di fuori degli Stati Uniti.
  • "Practical D-Cinema Mastering". E’ diffuso il convincimento che solo i maggiori studios possano permettersi la masterizzazione digitale dei film. John Hurst esporrà con parole semplici il processo di masterizzazione, dimostrando come anche i produttori indipendenti possano dar vita a master di distribuzione rispondenti alle specifiche DCI impiegando strumenti software a basso costo e di facile reperibilità.
  • "ISDCF Report". L’Intersociety Digital Cinema Forum prosegue il suo importante lavoro di connessione fra produttori di contenuti, gestori di sale e costruttori di apparati.
  • "Stereoscopic Projection Systems". Dai tempi degli occhiali rosso-blu la popolarità dei film in 3D è cresciuta molto, catalizzando rilevanti sviluppi nelle tecnologie di proiezione stereoscopica che vengono presentate in questa sessione.           




SMPTE – Bollettino della Sezione Italia

c/o Franco Visintin

e-mail : franco.visintin@smpte.it

SMPTE website : http://www.smpte.org

SMPTE-Italy website: http://www.smpte.it




Fig.1, Bilancio del DRM fra costi e rischio pirateria
Fig.2, John Ive al SMPTE HDTV one-day Seminar
Fig.3, il tavolo dei relatori al SMPTE HDTV one-day Seminar
Fig.4, il folto pubblico al SMPTE HDTV one-day Seminar
Fig.5, nuovo modo di esprimere i formati HD
Fig.6, passato presente e futuro della HD