www.smpte.it |
![]() |
    SMPTE - Sezione Italiana             BOLLETTINO 75               Febbraio 2007 |
EDITORIALE Un articolo di Janet West, valente giornalista scientifica, apparso sul numero di Dicembre di TVB Europe, ha attirato la mia attenzione gia' dal titolo: "High Definition: to be or not". Tale tono schespiriano ("essere o non essere") è forse giustificato dal marasma europeo nel quale la televisione ad alta definizione va sviluppandosi. A differenza di uno dei tanti cambiamenti nei formati di registrazione accaduti negli scorsi decenni – dice la West – il passaggio dalla definizione standard all’alta definizione interessa non solo i produttori ed i broadcaster, ma anche l’intero settore dell’industria della comunicazione, dall’acquisizione del materiale audiovisivo fino alla sua restituzione a casa dei consumatori. In altre parole, tale passaggio va oltre gli standard, la pianificazione delle frequenze di trasmissione, le politiche di budget, il workflow, i protocolli internet e quant’altro gli investimenti intravedono nel breve, medio e lungo termine. Il povero consumatore, che purtroppo non e' sempre né un tecnico né un tecnofilo, sta annegando in tutta questa confusione di ruoli e di tecnologie, sommerso come e' da una valanga di offerte spesso contraddittorie. Il venditore lo convincera' forse a comperare quel favoloso schermo piatto HD, ma cosa mai lui potra' vederci sopra e come? Sono argomenti gia' trattati su questo Bollettino nell’editoriale dello scorso dicembre, ma e' forse opportuno tornarci sopra poiché la West vi aggiunge altre considerazioni di forte impatto. Dunque il consumatore, stordito dall’effetto sorpresa (la West lo chiama waw effect) che su di lui ha prodotto quello schermo ultratecnologicovisto nella vetrina del negozio, se lo porta a casa, e adesso cosa succede? Forse non lo sanno nemmeno i commessi del negozio che glielo ha venduto – obietta la West -. Gli hanno forse detto che "HD Ready" non significa 1920x1080? E’ pur vero che nei negozi appare, a fianco degli schermi a piu' alta risoluzione, il cartello "Full HD", ma le spiegazioni aggiunte sotto il suo prezzo richiedono una buona acuità visuale per essere lette, tanto piccoli sono i caratteri con cui esse sono state scritte. Quanto detto fa il paio con la velocita' supersonica con cui nella pubblicita' radiofonica delle specialita' medicinali vengono lette le raccomandazioni per il loro uso. Gli hanno forse detto che il suo programma preferito, trasmesso per adesso solo in SD (definizione standard) apparira' in qualita' SD anche sul favoloso schermo HD che ha ora comperato? E che, per soprammercato, tale schermo evidenziera' ancora piu' impietosamente le deficienze di definizione delle immagini SD? Gli hanno poi fatto rilevare che le immagini dei figli che lui ha ripreso con il suo HDV consumer camcorder (gia' in vendita) appariranno di gran lunga migliori di quelle del telegiornale trasmesso ancora in SD? E – aggiungiamo noi - quando i consumatori potranno acquistare film registrati su DVD in alta definizione (BluRay o HD-DVD, ma i cinesi hanno forse in cantiere un Enhanced Video Disc EVD) come apprezzeranno i film in SD diffusi dai broadcaster per via terrestre? Andando su tecnologie ancora piu' ruggenti, quando si vende un telefono cellulare con schermo in formato 4:3, in grado pero' di ricevere anche clips HD in 16:9, cosa si dice all’acquirente? La geometria di tali immagini apparira' sicuramente deformata. Proprio sul formato d’immagine c’e' in giro la massima confusione: si diceva a tale riguardo nel nostro Bollettino dello scorso febbraio "…il pericolo risiede quindi nella eventualita' che l’utenza, per assenza di chiare informazioni al riguardo, riproduca in formato 16:9 immagini originate in 4:3, deformandone in tal modo la riproduzione…" ; infatti i programmi oggi trasmessi sulle reti SD sono per il 98% in formato 4:3 : i faccioni allargati dei presentatori sono un fatto ricorrente sugli schermi a 16:9 esposti nelle vetrine dei negozi. Sarebbe ormai dunque tempo che i costruttori di apparati per il mercato consumer – dice la West - , che tanto si preoccupano dei loro concorrenti industriali, uniscano le loro forze a quelle dei loro diretti clienti, cioe' broadcaster e rivenditori, nell’educare i consumatori, dai quali per altro dipendono i profitti di tutti loro, ad un uso piu' saggio e motivato degli apparati acquistati. La scarsa convinzione dei consumatori fece fallire nel 1994 il lancio di una HDTV europea e tale sconfitta e' ancora una ferita bruciante per la Commissione Europea per la quale gia' la sola sigla HDTV suona ancora politicamente scorretta. E’ uno sforzo che va assolutamente fatto se vogliamo passare dal SD al HD in modo indolore e razionale. Sappiamo che e' possibile, lo hanno gia' fatto i giapponesi con molta piu' dignita' e senza tante parole inutili. ATTIVITA’ DELLA SMPTE ITALIAN SECTION
4th SMPTE FORUM VENICE Proseguiamo la pubblicazione delle sinossi delle principali relazioni presentate alla 4ª edizione del SMPTE Digital Cinema Forum, tenutasi a Venezia lo scorso 6 settembre nel Palazzo del Cinema, in occasione della 63ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ed in collaborazione con la Biennale di Venezia. Negli scorsi Bollettini abbiamo pubblicato quelle di John Graham (EDCF), di Naohisa Ohta, (Keio University) e di Matt Cowan (RealD). Pubblichiamo ora la relazione presentata da George Scheckel della QuVIS (U.S.A.) dal titolo "Technology Supporting the Art and Business of Digital Film-making and Presentation".La QuVIS e' stata creata nel 1994 col fine di sviluppare una soluzione di immagine mobile digitale che trascendesse il film, fornendo ad artisti e managers un approccio sistematico verso sistemi hardware e software e verso nuove tecniche di compressione atte a risolvere i problemi che i nuovi traguardi presentavano. E’ stata quindi messa a punto una strategia per introdurre hardware e software nel mercato professionale dell’immagine digitale, andando incontro ai desideri ed agli obiettivi dei creativi, tenendo in conto anche le esigenze dei gestori delle sale cinematografiche e del pubblico che le frequenta. La QuVIS ha quindi prodotto dal 1999 sistemi hardware e software nei settori del Mastering, della Distribuzione e della Proiezione. Come risultato di tale azione:
GIORNATA SMPTE HD a RAI MILANO Su sollecitazione del Centro di Produzione di Milano della RAI, la Sezione Italiana della SMPTE, in collaborazione col Centro Ricerca ed Innovazione Tecnologica (CRIT) di Torino della RAI, ha organizzato lo scorso 29 gennaio una "Giornata SMPTE sulla Produzione in Alta Definizione" alla quale hanno preso parte tecnici delle Riprese Esterne e della Manutenzione Video del Centro di Milano. Le relazioni, presentate dal Dr. Roberto Checchi (RAI Milano), dal Dr. Mario Stroppiana (CRIT Torino) e dall’ing. Franco Visintin (SMPTE), hanno toccato i vari aspetti della produzione in HD e dei relativi standard e formati in essa impiegati dalle prime storiche riprese degli anni ’80 (alle quali il Centro di Milano partecipo' attivamente) fino alle recenti riprese al Teatro alla Scala. SMPTE MOTION IMAGING JOURNAL Con un articolo apparso nel numero July/August 2006 del SMPTE Journal dal titolo "What the Industry Lerned From GXF and How it Can Help Everyone" l’autore Bob Edge, da molti anni attivo nei progetti di ricerca della Grass Valley ed al presente Engineering Director per il settore Television nella SMPTE, traccia un panorama dello sviluppo dei files audiovisivi che oggi dominano il mondo della comunicazione. L’articolo, molto chiaro e di tipo tutoriale, fa la storia dei "format"messi a punto in questi ultimi anni per convertire sotto forma di files i segnali digitali video e audio, al fine di poterli piu' facilmente trasportare su reti di lavoro per le necessita' di archiviazione e lavorazione, dall’iniziale GXF all’attuale MXF. Il GXF (General eXchange Format), sviluppato nel 1997 dalla Grass Valley per poter facilmente trasportare file video compressi sulle reti di archivi televisivi professionali, e' oggi in uso in centinaia di impianti di archivio. Il format nella sua versione iniziale consentiva il transito a segnali video JPEG, segnali audio PCM e tracce di codice di tempo per riprese semplici ove non e' previsto né montaggio, né trattamenti speciali, né metadata. Come tecnologia base di rete si decise di impiegare gli standard di file transfer protocol (FTP) offerti dagli standard della tecnologia internet (IT) secondo i protocolli TCP/IP, adottando i sistemi di rete Fibre Channel prima e Gigabit Ethernet ed ATM poi. Per il formato GXF nel 1999 venne richiesta alla SMPTE la standardizzazione, emessa nel 2001 con la sigla SMPTE 360M. Una versione successiva di tale standard venne emessa nel 2004. Parallelamente al GXF si sviluppo' l’ OMF (Open Media Framework) sostenuto dalla OMFI, evolutosi negli ultimi cinque anni nell’ AAF (Advanced Authoring Format) sviluppato col sostegno dalla AAF Association. Quest’ultimo e' un file format che consente ai produttori (content creators) lo scambio di essence data (video, audio, testo, grafica) e di metadata (dati che descrivono gli essence data) fra piattaforme ed applicazioni (edizione o trattamenti dei dati). A tal fine viene impiegato il software AAF SDK (Software Development Kit). L’MXF (Material eXchange Format) e' nato nel 1999, sviluppato congiuntamente dal Pro-MPEG Forum e dalla AAF Association, col fine di coprire un vasto campo di applicazioni. Data la complessita' delle sue finalita', questo format non e' open-source, ma richiede ai suoi utilizzatori di sviluppare il software SDK piu' adatto ai loro scopi. Il problema e' che tali software non sono sempre in grado di interoperare come richiesto. Un altro formato in uso e' il DPX (Digital Picture eXchange) che consente di memorizzare singoli frame di immagini non compresse. Viene impiegato nell’acquisizione e nella gestione di immagini ad alta definizione per finalita' di post-produzione o nella generazione di immagini sintetizzate. Ci si puo' chiedere perché non sia stato creato un singolo formato. Il transito di files di content-data e di metadata attraverso le varie fasi operative di una catena produttiva, dall’acquisizione fino alla restituzione dei contenuti o alla loro archiviazione richiede prestazioni differenti che non potrebbero essere contenute in un unico formato. Del resto, i vantaggi che le tecnologie internet (IT) e quindi la conformazione in files di content-data e metadata sono tali e tanti che l’utilizzatore finale (end-user) dovra' scendere a compromessi, accettando una maggiore flessibilita' del formato a prezzo di una varieta' di software (SDK). Come per i formati film e videotape, anche per i formati file si e' giunti quindi ad una proliferazione di standard reali o di standard de-facto. SMPTE – Bollettino della Sezione Italia c/o Franco Visintin e-mail : franco.visintin@smpte.it SMPTE website : http://www.smpte.org SMPTE-Italy website: http://www.smpte.it |
Fig.1, masterizzazione, gestione del criptaggio | ||
![]() |
||
Fig.2, sistema di distribuzione elettronica | ||
![]() |
||
Fig.3, sistema di distribuzione fisica | ||
![]() |
||
Fig.4, diagramma di flusso di content e metadata | ||
![]() |
||
![]() |