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    SMPTE - Sezione Italiana
           BOLLETTINO 56
              Aprile 2005



EDITORIALE
Dove sta andando la tecnologia radiotelevisiva? La domanda sta ingigantendosi col progredire della rivoluzione comunicativa in atto, portato di una forte convergenza fra singole tecnologie sviluppatesi nel corso del secolo passato: quelle delle radiocomunicazioni, della telefonia, dell’audiovisivo e, buona ultima, quella dell’informatica che ha coinvolto tutte le precedenti.
E’ questo un tema oggi di fondamentale importanza per lo sviluppo del settore audiovisivo. Esso è stato affrontato nella prima conferenza della IABM (International Association of Broadcast Manufacturers) che ha raccolto lo scorso 28 gennaio al Wokefield Park di Reading (Gran Bretagna) i rappresentanti dei costruttori di apparati broadcast. In particolare, alla domanda "L’industria delle tecnologie broadcast sta divenendo un’estensione dell’industria delle tecnologie dell’informazione?" i partecipanti della conferenza hanno così risposto: il 18% è fortemente d’accordo, il 30% è d’accordo, il 27% è agnostico, il 19% non è d’accordo, il 6% è fortemente in disaccordo. Una sensibile prevalenza degli addetti ai lavori ritiene dunque che le tecnologie televisive dipendano sempre più fortemente da quelle informatiche.
Il parere del Direttore della conferenza Adrian Scott è che l’industria delle tecnologie broadcast stia attraversando non una, bensì un insieme di transizioni, che toccano non solo gli aspetti tecnologici, ma anche quelli dei flussi di lavoro e dei modelli di business. Il fatto che le nuove tecnologie della comunicazione siano oggi pienamente nelle mani dei consumatori sta forzando significativi cambiamenti negli ambienti responsabili della creazione dei contenuti (broadcaster e società di produzione), comportando quindi rilevanti implicazioni per i costruttori di apparati.
Con riferimento alle nuove tecnologie è stato fra l’altro rilevato che i broadcaster non abbiano finora potuto disporre nelle loro reti di diffusione di un vero canale di ritorno, surrogato per ora soltanto dalla rete telefonica. I presenti sviluppi delle tecnologie mobili sono ora in grado di fornire collegamenti nei due sensi: i recenti sistemi DVB-H (handheld), basati su standard aperti e sulla convergenza fra tecnologie IT ed IP, assicurano un promettente futuro ai servizi interattivi, come dimostrato dalle sperimentazioni svolte di recente in Finlandia, Germania ed Inghilterra.
Quanto poi alle tecnologie dell’alta definizione televisiva, un tempo viste in Europa in una prospettiva lontana almeno un decennio, esse sono ormai alla porta, già introdotte con i canali Euro1080 o in via di prossima introduzione (circa un anno) da parte di Premiere e BSkyB. A supporto di tali iniziative soccorrono anche i progressi conseguiti dalle tecnologie di compressione, con i sistemi avanzati AVC e VCI.
Di fronte a tali prospettive John Ive, direttore del planning strategico della Sony, ha rilevato che i broadcaster dovranno comunque darsi da fare: abituati in passato ad affrontare i cambiamenti tecnologici con lenti e graduale aggiornamenti dei loro impianti, essi dovranno ora convincersi che la rivoluzione digitale in atto, per condurre a significativi risultati, richiede decise scelte e consistenti e coraggiosi investimenti.
Tutte queste considerazioni ci convincono del fatto che, nella presente rivoluzione informatica, i servizi radiotelevisivi non corrono certo il rischio di divenire obsoleti o quanto meno marginalizzati, ma che si trovano solidamente inseriti al centro del mercato della comunicazione, forse troppo nell’occhio del ciclone…



ATTIVITA’ INTERNAZIONALI DELLA SMPTE

6th SMPTE International Conference, Milano 14 Ottobre 2004

"HDTV (High Definition Television): un futuro per la Televisione Digitale?"

Continuiamo con questo numero del Bollettino la pubblicazione dei sommari delle varie relazioni che sono state presentate alla Conferenza. Presentiamo ora la relazione di Carlos Kennedy, pioniere della televisione americana ed eminente figura della SMPTE, di cui è stato Presidente negli anni ’80. Come quella di Michel Oudin, anche la sua relazione ha una significativa rilevanza storica, testimoniando essa i faticosi inizi della HDTV in America negli anni ’90.

Carlos Kennedy "The American pursuit: from the Grand Alliance to the ATSC standard"

Carlos Kennedy ha iniziato la sua relazione ricordando i contatti che egli aveva avviato, già dagli anni ’60, col mondo tecnologico giapponese, contatti rafforzatisi negli anni ’70 quando egli entrò in Ampex. Presso la NHK (l’ente televisivo pubblico giapponese) ebbe modo di assistere alle primissime dimostrazioni di HDTV in occasione di alcune "NHK Open Houses", da lui seguite con grande interesse essendosi già occupato di sistemi televisivi industriali a scansione veloce.
Nel 1977, quando la SMPTE era sotto la presidenza di Donald Fink (il celebre esperto televisivo ed autore dei primi noti testi in materia) Kennedy partecipò alle prime riunioni del Gruppo di Studio della SMPTE sulla HDTV. In tale occasione vennero anche definiti i requisiti dell’Alta Definizione: risoluzione verticale ed orizzontale circa doppie di quelle del sistema NTSC in uso, formato d’immagine più largo di quello a 4:3 ed audio di qualità CD. Nel febbraio del 1981 egli fu coinvolto, in occasione della Conferenza SMPTE di San Francisco, nelle prime dimostrazioni HD che la NHK organizzava all’estero. In tale anno entrò nel Gruppo di Lavoro sulla HDTV che la SMPTE aveva appena allora formato sotto la guida di Dick Stumpf, altro celebre nome della tecnologia televisiva americana. Da tale gruppo di lavoro uscì il primo standard HDTV denominato dalla SMPTE con la sigla 240M e caratterizzato da 1125 righe, 60 semiquadri/sec e da un formato d’immagine di 16:9.
Nel 1982 venne creato negli Stati Uniti l’ Advanced Television System Committee (ATSC), organizzazione non-profit e su base volontaria per lo studio di una migliore utilizzazione dello spettro di trasmissione a disposizione della televisione, allora formata solo da membri statunitensi, ma oggi sviluppata a livello internazionale con 130 membri.
Nel 1987 venne creato dalla FCC (Federal Commission on Communications, organo normativo americano sulle telecomunicazioni) l’ Advisory Committee on Advanced Television Services col fine di studiare un miglioramento del servizio televisivo in vista della futura HDTV¸alla cui attività partecipavano università e gruppi di ricerca. Da tale lavoro di ricerca emersero ben 23 sistemi HD, tutti analogici, che vennero esaminati e valutati dall’ Advanced Television Test Center (ATTC) creato con contributi dell’industria. Ma nel maggio del 1991 la General Instrument (GI) proponeva il primo sistema HD digitale al quale ne seguirono ben presto altri tre (nello stesso tempo in Europa si sperimentavano riprese e trasmissioni HDTV analogiche col sistema 1250/50 16:9, NdR). Nel 1993 l’Advisory Committee della FCC dichiarò che avrebbe preso in considerazione solo sistemi HD digitali ed incoraggiò i quattro concorrenti al progetto di un sistema digitale HD a collaborare fra loro per elaborare un unico sistema. Nacque così nel maggio del 1993 la "Digital HDTV Grand Alliance" che, dopo un lungo negoziato fra i suoi membri, varò nel 1995 un HDTV advanced television terrestrial broadcasting system a seguito del quale l’ATSC emise la norma A/53 per uno standard di televisione digitale terrestre che includeva, oltre a sistemi HDTV anche sistemi SDTV a definizione standard. Nel dicembre del 1996 la FCC adottò e completò la norma A/53 proponendo i formati 1080 x 1920, 720 x 1280 e 483 x 720, indicando in tali standard le linee attive ed i campioni attivi per linea.
Nel 1997 la FCC metteva finalmente a disposizione della diffusione terrestre in HDTV canali aggiuntivi liberando i "taboo channels" che affiancavano i preesistenti canali e che erano stati lasciati liberi per evitare interferenze fra adiacenti canali analogici. La FCC stabilì anche un calendario di passaggio dalla televisione analogica a quella digitale a partire dal novembre 1998. Il panorama degli standard venne poi completato dalla ATSC con le norme dalla A/52 alla A/110 includendo la diffusione satellitare e via cavo, le norme dell’audio digitale (AC-3) e della trasmissione dati, del transport stream, dei servizi ad accesso condizionato, di identificazione dei contenuti e quelle per la regione a 50Hzm (così definendo un sistema HDTV oggi in uso in Europa, NdR).
Il programma di passaggio dall’analogico al digitale negli Stati Uniti è attualmente in corso di attuazione e si conta di completarlo per la fine del 2006 quando l’85% dell’utenza sarà stato equipaggiato con ricevitori digitali e quando le vecchie frequenze della TV analogica dovranno essere abbandonate. Alcuni esperti valutano che tale data possa scivolare al 2008. Nel frattempo va costantemente crescendo il numero dei broadcaster che diffondono programmi digitali in HDTV.


ALTRE ATTIVITA’ DELLA SEZIONE

Giornata di studio "L’Audio, questo misconosciuto", 22 Febbraio 2005, Roma - Aula Magna del Ministero delle Comunicazioni – viale Europa 90

La Giornata ha avuto un grande successo sia per le relazioni presentate, sia per il folto pubblico che ha affollato l’Aula Magna. La Giornata si è conclusa con una vivacissima tavola rotonda seguita con grande attenzione e con viva partecipazione.
Dal prossimo bollettino verranno pubblicate, come di consueto, le sintesi delle relazioni presentate.


SMPTE – Bollettino della Sezione Italia

c/o Franco Visintin

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John Ive, direttore del Planning Strategico della Sony.
Carlos Kennedy presenta la sua relazione all’SMPTE International Conference di Milano, ottobre 2004.
tavolo dei relatori all’SMPTE International Conference di Milano, ottobre 2004, Carlos Kennedy è il primo a destra