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    SMPTE - Sezione Italiana
           BOLLETTINO 48
              Giugno 2004



EDITORIALE
Molti fatti importanti nel campo dello sviluppo delle tecnologie delle immagini mobili ad alta definizione si stanno verificando in questi mesi, sia sul versante della HDTV che di quello del D-Cinema. Nello scorso editoriale abbiamo parlato del successo che la televisione ad alta definizione sta riscontrando in America e dei primi tentativi di messa in onda di servizi televisivi di tale tipo anche in Europa, illustrando le trasmissioni dei canali Euro1080 e le prospettive in tale campo di broadcaster francesi ed inglesi. L’argomento riveste anche nel nostro continente una tale importanza che la Sezione Italiana della SMPTE ha in animo di dedicargli la Conferenza Internazionale che anche quest’anno conta di organizzare nella solita cornice del IBTS a Milano (in programma dal 13 al 16 ottobre 2004).

Anche sul fronte del cinema digitale, al quale era stata dedicata la Conferenza Internazionale SMPTE dell’anno scorso tenutasi presso la IBTS 03, si stanno riscontrando importanti sviluppi. La DCI (Digital Cinema Initiatives), consorzio costituito dalle majors di Hollywood, si ripromette di conchiudere la definizione delle esigenze che il mondo cinematografico ritiene indispensabili per la formulazione degli standards per il cinema digitale. Sulla base di tali esigenze la SMPTE definira', col suo gruppo di lavoro DC-28, lo standard per il futuro Digital Cinema. La SMPTE poi, provvedera' ad inoltrare gli standards alla ITU (International Telecommunications Union), l’organismo internazionale che presiede alla formulazione degli standard nel settore delle telecomunicazioni. Se la ITU accettera' integralmente questo standard, potra' inserire anche la propria sigla ITU a fianco a quella della SMPTE. Qualora invece la ITU fosse di parere contrario, fermo restando lo standard D-Cinema elaborato dalla SMPTE, la ITU continuera' a definire uno standard di alta definizione, denominato LSDI (Large Screen Digital Imaginery), ma noto, specialmente in Europa, anche col nome di E-Cinema (Electronic Cinema).

Comunque vadano le cose dunque, un importante traguardo potra' essere raggiunto, quello della definitiva messa a punto di formati per l’immagine in alta definizione: un promettente futuro per uno sforzo tecnologico, quello della televisione, iniziato gia' un secolo fa.



ATTIVITA’ DELLA SMPTE ITALIAN SECTION

LA SMPTE-ITALY IN ARIASA

Lo scorso 4 Maggio è stata firmata a Roma la costituzione della Accademia A.R.I.A.S.A  -"ACCADEMIA della RICERCA ed INNOVAZIONE delle ARTI e delle SCIENZE AUDIO-VISIVE", secondo la delibera del Board della Sezione Italiana della SMPTE in data 16 Gennaio 2004.   E' un progetto al quale si è lavorato per quasi due anni e che si basa sull'apporto di quattro associazioni:

- A.I.C. Associazione Italiana degli Autori della Fotografia Cinematografica  
- ATIC Associazione Tecnica Italiana per la Cinematografia e Televisione
- UNITEC Unione Nazionale Industrie Tecniche Cinematografiche e Televisive  
- SMPTE Society of Motion Pictures and Television Engineers – Sez Italiana
Tale successo è stato reso possibile anche grazie alla perseverante attenzione che ad esso ha dedicato il nostro Segretario Federico Savina in uno stretto lavoro di team col Direttore delle Sezioni Internazionali SMPTE Angelo D’Alessio ed il Presidente della nostra Sezione Franco Visintin.

L’Accademia è una organizzazione tra persone fisiche, detti ACCADEMICI, e tra persone giuridiche o rappresentanti di figure giuridiche, Società ed Enti, indicati come SOCI SOSTENITORI. I Soci Sostenitori concorrono al supporto economico ed operativo. Gli Accademici ed i Soci Sostenitori debbono svolgere la loro attività preminentemente nel settore culturale ed industriale del Cinema, della Televisione, degli Audio-visivi, della comunicazione multimediale e della Didattica ad essa correlata.

L’ARIASA è apolitica, indipendente, autonoma e senza finalità di lucro. I suoi obiettivi sono :

A. Promuove il costante incontro intellettuale di personalità del mondo culturale cinematografico internazionale, la cui capacità creativa e l’applicazione tecnologica correlata è nota e riconosciuta, allo scopo di contribuire a definire una corretta visione delle innovazioni artistiche e tecnologiche dei moderni AUDIO-VISIVI e delle ARTI FIGURATIVE.

B. Promuove e favorisce a livello internazionale le applicazioni didattiche odierne e future, nelle nuove professioni e nelle nuove professionalità che dovranno gestire quelle innovazioni tecnologiche di ripresa, di gestione e di fruizione dell’Immagine e del Suono. Rientrano in questa ricerca l’approccio gerarchico alla qualità tecnologica, la evoluzione dei contenuti creativi, le nuove prospettive scenografiche e di ripresa, di distribuzione, di restituzione e di conservazione che coinvolgono i settori della Cinematografia, Teatrali, Televisione, Home-video, Web e dei piccoli Schermi mobili.

C. Promuove o partecipa a Incontri, Corsi Informativi, Convegni, Seminari ed altre Manifestazioni fornendo anche il Patrocinio Culturale per la divulgazione dei risultati degli Studi dagli Accademici.

D. Promuove un punto di riferimento culturale nazionale qualificato da inserire nel contesto internazionale, con la memoria, l’esperienza e il bagaglio culturale come necessità storica, in un periodo di transizione verso le nuove tecnologie digitali audiovisive destinate a innovare l’ideazione, la produzione, la distribuzione e l’esibizione del prodotto filmico, mettendo a disposizione i propri studi per gli aggiornamenti legislativi e normativi.

E. Promuove la divulgazione di quelle tecnologie che permettano il miglioramento della libertà di espressione.

F. Promuove il rinnovamento culturale degli audio-visivi attraverso ricerche e sperimentazioni atte a realizzare modelli di raccomandazione ad Enti che partecipano alla definizione di Standard Internazionali.

Un evidente target è tutto lo studio tecnico-artistico riguardante anche la nuova formulazione di proiezione cinematografica (leggi D-Cinema etc).

Maggiori dettagli (leggi Statuto e prime iniziative) verranno comunicati in futuro. Resta fin d'ora chiaro che i Soci SMPTE hanno le migliori chance di poter intervenire (e saranno invitati a farlo) come migliore parte attiva e conoscitiva tecnica e tecnologia dell'argomento.

 

DALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SMPTE SUL CINEMA DIGITALE

Come già negli scorsi bollettini, pubblichiamo qui un riassunto della relazione presentata da Steve Owen, Business Manager Post & DI Team Leader della Quantel, alla Conferenza Internazionale dedicata al Cinema Digitale che la Sezione Italiana della SMPTE ha organizzato a Milano nell’ambito della passata edizione dell’ IBTS Forum.

"Screen-to-Screen Postproduction - the new business of digital intermediate" di Steve Owen (Quantel)

Il DI (Digital Intermediate) è la digitalizzazione dei tradizionali processi di laboratorio per il film ottico (vedi Fig.1), essendo in grado di fornire, partendo dal negativo originale impressionato dalla camera OCN (Original Camera Negative), gli IP (Intermediate Positive) ed IN (Intermediate Negative) opportunamente "timed" (cioè corretti nella esposizione) per la duplicazione ottica. Vari sono a tale riguardo i processi che consentono di intervenire sulle immagini digitali: assembly (conformazione), grading (correzione colore), opticals (effetti e titoli) e versioning (fornitura sotto diversi formati), come appare in Fig.2. Il DI è dunque un processo digitale che apre nuove prospettive di lavoro ai laboratori film ed alle case di postproduzione, offrendo vantaggi creativi ed economici a registi, direttori di fotografia e produttori.

Il DI è una evoluzione del processo digitale del film incominciata più di 15 anni fa con l’ "offline" e proseguita con i "visual digital effects" all’inizio degli anni ’90. Esso va inteso ben più di una semplice correzione digitale del colore. Essendo indipendente sia dai processi di acquisizione che di distribuzione, offre le opportune flessibilità per potersi adattare ai diversi formati di acquisizione, specie quando impiegato per la distribuzione digitale.

I vantaggi offerti dal DI sono rilevanti, tanto da rendere tale processo competitivo con quelli tradizionali. Essi si rilevano sia negli aspetti creativi (maggiore flessibilità ai cambiamenti, previsione dell’intero progetto, elevata qualità indipendentemente dagli effetti realizzati, nuovi strumenti di colore) che in quelli commerciali (facile produzione di differenti versioni di prova, riduzione dei tempi di postproduzione, nuove opportunità di lavoro per i laboratori film e per le case di postproduzione). I vantaggi maggiori risiedono però nella flessibilità operativa sia in sede di acquisizione che di distribuzione (vedi Fig.3).

La qualità è uno dei punti di forza del DI che offre validi argomenti sulle specifiche tecniche in grado di eguagliare se non migliorare le prestazioni canoniche del film a 35mm.

Il film resta pur sempre un mezzo di elevate prestazioni, che però, in quanto analogico, non è in grado di offrire una costanza di qualità, la quale per giunta va riducendosi progressivamente attraverso le varie fasi di produzione. Il DI di contro, col formato 2K oggi più in uso, presenta un buon compromesso fra costi e qualità. Le sue prospettive commerciali sono legate alle disponibilità finanziarie del mercato ed alla definizione di quale possa essere il più opportuno livello qualitativo. Al momento, in mancanza di indicazioni al riguardo, si opera su più livelli qualitativi: 2K, 4K e HD (vedi Fig.4). Per raggiungere qualità più elevate la catena DI va comunque interamente ricalibrata, includendo i processi di monitoraggio e di laboratorio (vedi Fig.5). Un altro punto importante del processo è il monitoraggio nella DI suite, comprendente le caratteristiche del display ed il controllo di tutte le "look up tables" nella sequenza dei monitoraggi.

Per concludere, il DI si configura come un rilevante progresso non solo nei confronti dei tradizionali processi del film ottico, ma anche rispetto alle procedure consuete per il vecchio film digitale, consolidatesi con la produzione in alta definizione (HD). Una visione schematica completa dei due processi, quello digitale tradizionale (vedi Fig.6) e quello DI (vedi Fig.7) consente di mettere in luce i vantaggi operativi di quest’ultimo.




SMPTE – Bollettino della Sezione Italia

c/o Franco Visintin

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